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Antikorpo

Arte impressa sulla pelle e nel cervello. Andrea Lanzi, classe 1974, racconta e realizza la sua arte dividendola in due: il mondo del tattoo e la produzione artistica più classica tra sculture, pittorico e installazioni, in un immaginario dominato dal colore e dalla provocazione.

Un flash visivo e armonico che si insinua nella mente, una fulminea scossa all’anima, un sogno ad occhi aperti ricolmo di consapevolezze, di odio, di amore, di tutto quello che esiste. È un legame di vecchia data quello che lega l’artista al concetto di Cervello, fulcro dei suoi lavori e “ossessione”. 

“Il cervello è come una reliquia – ha spiegato Andrea Lanzi aka Antikorpo – Incastonata dentro di noi, che siamo il contenitore”. Così lo celebra come una divinità nei suoi lavori, lo fa sbocciare come un fiore, unirsi a creare il cerchio della perfezione, lo fa innamorare o scappare da sé stesso fino a scomparire nel buio; lo plasma e lo modella per riuscire ad attribuirgli significati diversi, per comunicare attraverso questo simbolo fortissimo; facendolo diventare un brand portavoce di emozioni, critiche, sentimenti. Antikorpo ha vestito la sua arte di una consapevolezza nuova e placida, ma non per questo meno acuta. Niente provocazioni urlate in faccia, nessun pugno diretto allo stomaco, piuttosto una puntura decisa e mirata, precisa come il lavoro che lo ha cresciuto e lo sta alimentando a livello artistico e personale, quello del tatuatore: “è una performance, un momento artistico, il tatuatore artista non si limita a eseguire ma si trova davanti a un foglio bianco a inventarsi un qualcosa che comunque non si può commercializzare”. L’evoluzione e l’esperienza dell’artista hanno portato a far scomparire il kitsch e la ricerca del contrasto lasciando spazio all’eleganza, al romanticismo mettendo da parte la cruda provocazione mantenendo, però, la vena critica che da sempre lo ha contraddistinto: la voglia di stimolare, di aizzare all’uso consapevole del cervello in ogni sua sfaccettatura, di lanciare quel sasso che toccando la superficie dell’acqua disegna cerchi sempre più grandi e amplifica il senso del tutto, così come quello del nulla. Così come un acrobata in equilibrio su una fune Andrea sfida il suo pubblico a capire che cadere è tanto facile quanto prendere il volo.